Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) tra il 1990 ed il 2014 i bambini di età inferiore ai 5 anni in sovrappeso sono aumentati, passando da 31 a 41 milioni a livello mondiale. Dato allarmante che ha portato l’ OMS a considerare l’obesità “L’epidemia del terzo millennio” e ad attivarsi per fornire linee guida di prevenzione.
Ma cosa si cela dietro i chili di troppo che molti bambini si portano appresso?
E’ risaputo che il valore che noi attribuiamo al nostro corpo influenza il modo in cui ci prendiamo cura di lui, in primis attraverso l’atto del nutrirsi.
Alimentazione e vita emotiva sono connesse; il rapporto con il cibo è influenzato, fin dalla nascita, dal contesto affettivo e dalla qualità della relazione che s’instaura tra il bambino e le sue figure di riferimento, in particolare tra il bambino e la mamma, suo interlocutore privilegiato nella relazione di nutrimento e cura.
Quale significato assume il cibo per una mamma? Il cibo è usato come premio, conforto o… punizione? Il momento del pasto è vissuto con tranquillità, armonia dai membri della famiglia oppure è un momento caotico, colmo di fretta, ansia e preoccupazioni?
Quante volte ci è capitato di sentire un genitore dire: “Mangia se vuoi bene a mamma… fai un altro morso così papà è contento e poi giocherà con te….”, tutti messaggi che portano il bambino a credere che il suo nutrirsi, o non nutrirsi, sia funzionale alla felicità dei propri genitori e che gli impediscono di distinguere i segnali biologici di “fame/sazietà”.
E’ importante aiutare le mamme dei bambini in sovrappeso, o obesi, a riconoscere la propria modalità educativa in relazione all’alimentazione, educarle ad un’alimentazione sana ed adeguata.
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